Around Aikido

Anno Accademico 2020-2021

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Con grande piacere il gruppo AIKIDO ATAGO ROMA riprende le lezioni di pratica da Settembre 2020.

Naturalmente le stesse saranno svolte in totale ottemperanza alle normative e raccomandazioni del periodo COVID-19.

Gli allievi sono inviati a contattare il proprio insegnante per informazioni ed organizzazione.

Da questa pagina è possibile individuare il DOJO più vicino e gli orari delle lezioni.

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Vi aspettiamo in DOJO.

Buon Anno accademico a tutti!

AIKIDO ATAGO ROMA STAFF

MA – AI (giusta distanza)

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Vivere durante l’epidemia di Coronavirus e ricordarsi di MA – AI (giusta distanza)

Sarà il periodo di forzata lontananza, sarà la speranza di evitare che le cose peggiorino ancora, sarà il periodico riflettere su quanto l’Aikido ci insegna … ma si affacciano alla mente continui collegamenti tra le azioni di protezione dal contagio e gli elementi tecnici fondamentali della pratica dell’Aikido (e più in generale delle discipline marziali).

In questo periodo si parla molto di distanziamento interpersonale come tattica di difesa contro il peggioramento dei contagi.  A me, normale cittadino informato dai giornali e dagli articoli sul web, Il criterio si presenta in modo semplice:

le nostre vie aeree sono come dei cannoni che possono “sparare” in lontananza la presenza del famigerato virus, la gittata di questi cannoni è stata valutata dagli esperti inferiore al metro (il doppio in presenza di vento).  Cercando di mantenersi in uno spazio che supera questa gittata, il famoso metro appunto, ci si mantiene in una fascia di sicurezza ragionevole riducendo (con gli altri elementi di tutela come mascherina, lavaggio delle mani, controllo della temperatura…) le occasioni di diffusione del virus.

Il mantenimento della “giusta” distanza è quindi un elemento fondamentale in questa lotta. Per una persona normale è un concetto da ricordare appositamente ed in presenza di altri elementi di distrazione è più probabile che dimentichi il rispetto di questa distanza.

Per un praticante di discipline marziali ed in particolar modo di Aikido il concetto di giusta distanza (in giapponese “MA AI) è un elemento tecnico fondamentale per la pratica e l’apprendimento della disciplina.

Lo studio e lo sviluppo della tecnica si fondano sulla percezione della distanza corretta con la quale il gesto tecnico può essere espletato nel modo più efficiente ed efficace possibile. Da principiante MA AI va continuamente ricercata finché la sua identificazione diventa naturale ed il praticante adegua i suoi spostamenti per ritrovare, in rapporto ai suoi compagni di pratica, la giusta dimensione degli spazi che permettono l’esecuzione tecnica corretta.

Un praticante di Aikido quindi arriva a percepire una “giusta distanza” anche se distratto o impegnato in altre attività (esempio ne è la pratica della difesa da molteplici attaccanti), adeguando gli spazi intorno a lui anche quando per gli altri l’attenzione è svanita.

Questa capacità si sviluppa con la pratica costante e fa parte del corredo “genetico” dell’aikidoka.  Il praticante diventa come una calamita rivolta con identico polo verso omologa calamita costituita da colui che attacca …  l’altro si avvicina di un metro, l’aikidoka si sposta di un metro, mantenendosi centrato, “sentendo” che lo spazio definito come “giusto” era stato violato  e quindi ripristinato.  Come se intorno a lui ci fosse una “sfera” di sensori che lo aiutassero a tenersi fuori da una gittata pericolosa potenzialmente aggressiva (…in altri tempi si sarebbe potuto trattare di una mano armata di lama).

Non si tratta di essere ossessivi, tantomeno sempre preoccupati… quanto di esercitare in modo naturale più di una facoltà di base per l’aikidoka: captare fattori di rischio, prima che siano espliciti, anche se si è impegnati in altro, agire in modo inconscio rispettando un criterio di distanza percepita,  dove non è possibile gestire lo spazio anticipare gli eventi  ( ad esempio re-indossando la mascherina anche all’aperto)… l’esercizio di queste attenzioni rappresenta quello stato di consapevolezza, di energia vigile, che non si accresce solo con gli esercizi nel dojo ma si sviluppa con una continua messa in pratica nel quotidiano.

La giusta distanza rappresenta allora anche una distanza “mentale” dagli eventi che ci circondano, in modo che l’istinto, la preparazione fisica e tecnica ed i propri valori di vita possano agire a salvaguardia propria e altrui, nei modi e nei contesti più disparati.

La speranza è che tutto andrà bene ma quel passo più in là per allontanarsi alla giusta distanza forse costituisce quella cautela in più  che aiuterà ad avere una fine migliore per questa storia comune.

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AIKI & EMERGENZA COVID19

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Come praticare attività motoria in sicurezza in questo periodo di emergenza per il COVID19?

Il centro sportivo riapre perseguendo l’intenzione di favorire l’attività sportiva in sicurezza, seguendo le indicazioni fornite dalle normative vigenti (Stato, Regione e Comune), le circolari  delle Autorità Competenti per lo Sport e del CONI e le indicazioni provenienti dal mondo scientifico-sanitario.

Ogni praticante dovrà comunque attenersi alle regole stabilite dal centro sportivo ospitante (ad esempio misura della temperatura corporea prima di accedere al centro, ecc.).

Cosa facciamo per proteggerci

  • Per il periodo di Giugno e Luglio 2020, la pratica si svolgerà all’aperto sui campi di calcetto con erba sintetica evitando ogni tipo di assembramento in modo che:
    • non sia necessario transitare dai locali chiusi e dagli spogliatoi per accedere alla pratica (non ci si cambia né si fa la doccia negli spogliatoi);
    • si sia all’aria aperta su uno spazio disinfettato quotidianamente;
    • si possa praticare con scarpe sportive da portare ed usare appositamente per la pratica;
    • ci sia uno spazio adeguato per gli allievi ( almeno 2 metri di distanza in assenza di vento, altrimenti la distanza triplica).
  • Necessariamente abbiamo scelto di svolgere la parte del programma tecnico che permette di gestire la pratica senza contatto e senza vicinanza ( con l’uso delle forme, degli esercizi di base e delle tecniche con le armi tradizionali in legno)
  • ricordiamo che ognuno dovrà avere la propria sacca con i bastoni evitando di condividere il porta armi con altri compagni. La sacca ed i bastoni vanno puliti con sostanze disinfettanti appropriate dopo ogni sessione di pratica.
  • abbiamo definito un ruolo di supporto all’insegnante per il controllo dei comportamenti di sicurezza durante la lezione. In questo modo a turno ognuno verrà coinvolto favorendo la generale sensibilizzazione sulle accortezze da adottare per praticare in sicurezza.

Cosa puoi fare per proteggerci

  • Avere con te la mascherina durante la prima fase di accesso al centro di pratica, possibilmente anche del gel disinfettante
  • Assumere un atteggiamento corretto ed attento (evitare strette di mano, abbracci, assembramenti)
  • Venire con un abbigliamento leggero ed apposito per la pratica ed una tuta per coprirti dopo a lezione
  • Portare con te delle scarpe sportive apposite per la pratica negli spazi previsti, cambiandole per uscire dal centro.
  • Portandoti una borsa sufficientemente ampia per riporre scarpe e tuta che non utilizzerai per la pratica.
  • Gestire in autoprotezione i passaggi dagli ambienti sportivi a quelli generali a quelli personali.

Ad esempio utilizzando il cambio scarpe nel centro, portandoti qualcosa per disinfettare le scarpe quando rientri in auto, mettendo un asciugamano sul sedile dell’auto per difendere i tuoi spazi ( la seduta, l’appoggio della borsa e della sacca) con una superficie che può essere cambiata e pulita

  • Pulire e disinfettare tutto il materiale per l’allenamento con regolarità dopo ogni sessione di pratica.

GRAZIE PER L’ATTENZIONE!

AIKIDOATAGOROMA

L’arte di combattere le avversità

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L’isolamento per l’emergenza Coronavirus ed il praticante di Aikido

Stiamo vivendo giorni di una realtà fuori dall’usuale, lontani dalle nostre abitudini, separati da un mondo di relazioni  da cui traiamo conforto, diletto e forza interiore.

Per i praticanti di Aikido è anche un momento di allontanamento dal loro dojo e di interruzione dalla costante applicazione nella disciplina.

Ho recuperato  alcuni stralci di letture che voglio condividere. Sono spunti di riflessione che spero alleggeriscano il malessere generato da questa fase di distacco.

La prima storia è per avvicinarci allo spirito delle storie zen. E’ uno stimolo ad accogliere spunti esterni senza pregiudizi. Accettare proprie riflessioni con spirito libero ed un occhio alla propria disciplina.

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(storia nr. 1 del libro “101 Storie Zen”, pubblicato da Adelphi nella serie Piccola Biblioteca).

  1. Una tazza di tè

Nan-in, un maestro giapponese dell’era Meiji (1868-1912), ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen.

Nan-in servì il tè. Colmò la tazza del suo ospite, poi continuò a versare.

Il professore guardò traboccare il tè, poi non riuscì più a contenersi: “E’ ricolma. Non ce n’entra più!”.

“Come in questa tazza” disse Nan-in “tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Como posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?”.

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La situazione attuale è nuova per tutti noi. Un reale pericolo nascosto, tante percezioni diffuse di  paura. Eppure in noi ci sono più energie di quanto sospettiamo, se solo non lasciassimo che la nostra mente sia condizionata dalle situazioni intorno a noi!

Un richiamo a focalizzare in modo oggettivo  quanto viviamo, senza assorbire le notizie spaventevoli che ci assalgono, è suggerito dalle seguenti storie

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(la storia nr. 18 del libro “101 Storie Zen”, pubblicato da Adelphi nella serie Piccola Biblioteca)

  1. Una parabola

In un sutra (termine con cui nel buddismo si indicano racconti sul Budda trasmessi oralmente – NdS), Budda raccontò una parabola: un uomo che camminava per un campo si imbatté in una tigre. Si mise a correre, tallonato dalla tigre. Giunto a un precipizio, si afferrò alla radice di una vite selvatica e si lasciò penzolare oltre l’orlo. La tigre lo fiutava dall’alto. Tremando l’uomo guardò giù, dove, in fondo all’abbisso, un’altra tigre lo aspettava per divorarlo. Soltanto la vite lo reggeva. Due topi, uno bianco ed uno nero, cominciarono a rosicchiare pian piano la vite. L’uomo scorse accanto a sé una bellissima fragola. Afferrandosi alla vite con una mano sola, con l’altra spiccò la fragola. Com’era dolce!

(la storia a fumetti a pag 34 del libro “Dice lo Zen”, pubblicato da Feltrinelli nella serie Universale Economica Feltrinelli)

            Cogliere il momento

Sakyamuni chiese ai discepoli: “quanto è lunga la vita di una persona?”

“Settant’anni” disse uno dei discepoli. “Sbagliato” fu la risposta.

“Sessanta” disse un altro dei discepoli. “No”.

“Cinquanta”. “Sbagliato” fu ancora la risposta.

Allora un altro discepolo chiese:”quanto è lunga la vita di una persona?”

“La vita non  è che un respiro” fu la risposta, infine.

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Il modo in cui ognuno di noi reagisce alle situazioni può contribuire a dar supporto o a spingere verso un maggiore senso di difficoltà. Esserne consapevoli è già un momento significativo. Un suggerimento a riguardo lo si può trovare nel seguente brano

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( storia nr. 57 del libro “101 Storie Zen”, pubblicato da Adelphi nella serie Piccola Biblioteca)

  1. Le porte del paradiso

Un soldato che si chiamava Nobushige andò da Hakuin e gli domandò:”c’è davvero un paradiso ed un inferno?”.

“Chi sei?” volle sapere Hakuin.

“Sono un samurai” risposte il guerriero.

“Tu un soldato!” Risposte Hakuin. “Quale governante ti vorrebbe come sua guardia? Hai una faccia da accattone!”.

Nobushige montò così in collera che fece per snudare la spada, ma Hakuin continuò:”Sicché hai una spada! Come niente la tua arma è troppo smussata per tagliarmi la testa…”.

Mentre Nobushige snudava la spada, Hakuin osservò:”Qui si aprono le porte dell’inferno!”.

A queste parole il samurai, comprendendo l’insegnamento del maestro, rimise la spada nel fodero e fece un inchino.

“Ora si aprono le porte del paradiso” disse Hakuin.

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Dobbiamo avere fiducia nella possibilità di riprendere la nostra vita lasciandoci alle spalle questo momento, prima o poi. Anche dopo molte difficoltà ed un lungo tempo in una condizione per noi non naturale. Lasciamo gli aspetti negativi alle specifiche circostanze  che li generano, vivendo con mente libera e senza condizionamenti ogni nuovo presente che ci si porrà davanti.

Due metafore sono suggerite dai seguenti racconti:

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(li racconto nr. VIII  del libro “Lo Zen e l’arte della spada”, pubblicato da  Mondadori nella serie Oscar Mondadori)

 

VIII – Metti una zucca nell’acqua, affondala e vedrai che ruotando tornerà a galla

La zucca va spinta sott’acqua con la mano. Quando una zucca viene messa in acqua e affondata con una mano, improvvisamente salterà fuori da un lato. Non importa che sia una zucca, è un oggetto che non si fermerà in un posto.

La mente di un individuo, che è edotto circa le innumerevoli Vie, non si ferma nemmeno per un istante; è simile alla zucca spinta nell’acqua.

 

( storia nr. 14 del libro “101 Storie Zen”, pubblicato da Adelphi nella serie Piccola Biblioteca)

 

  1. Le strada fangosa

Una volta Tanzan ed Ekido camminavano insieme per una strada fangosa. Pioveva ancora a dirotto.

Dopo una curva, incontrarono una bella ragazza in kimono e sciarpa di seta, che non poteva attraversare la strada.

“Vieni ragazza” disse subito Tanzan. Poi la prese in braccio e la portò oltre le pozzanghere.

Ekido non disse nulla finché sulla sera non ebbero raggiunto un tempio dove passare la notte.

Allora non potè più trattenersi. “Noi monaci non avviciniamo le donne” disse a Tanzan “e men che meno quelle giovani e carine. E’ pericoloso. Perché l’hai fatto?”.

“Io quella ragazza  l’ho lasciata laggiù” disse Tanzan. “Tu la stai ancora portando con te?”.

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M° Antonio Rocchi

L’ Aikido, una questione di cuore

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Massimo Ruggeri – Maestro III Dan
Associazione Takemusu Aiki Giorgio Oscari – A.T.A.G.O.

L’Aikido, una questione di cuore è un titolo che può far pensare
all’ennesimo racconto su come funzioni la passione per quest’ arte marziale,
dell’impegno da profondere per migliorarsi ogni giorno …
Invece racconto e di come un cuore che non funziona più come dovrebbe, trasforma
il modo di vivere l’Aikido, cambia l’approccio applicato fino a poco tempo prima,
facendo scoprire un modo nuovo di vivere quest’arte marziale.
Quando quasi un anno fa mi fu diagnosticato una patologia cardiaca, l’unico modo di
affrontarla era mettere un apparecchio sotto pelle che facesse evitare i pericolosi
effetti delle bizze fatte dal cuore.
I medici misero subito in chiaro che un’attività fisica “di contatto” era da escludere
del tutto.
Metabolizzare questa informazione non è stato facile.
Con l’aiuto dei maestri di riferimento e dei compagni di corso, è iniziato un percorso
(ancora in attraversamento), che mi ha portato ad avvicinare l’Aikido in modo più
ampio e completo.
L’aspetto più diretto, ovvero la pratica sul tatami, mi manca molto e presenziare una
lezione senza poter partecipare fisicamente alle tecniche, è ancora molto difficile da
accettare.
Tuttavia al crescere dell’esperienza va considerato il filone della pratica che va fatta
fuori dal dojo, tra la gente, cercando di far conoscere questa splendida arte
marziale. Trovare una modalità per dare ad altri l’occasione di conoscere il mondo
che gira intorno alla pratica dell’Aikido. Far capire come questo mondo può essere
fatto di persone per bene, di dedizione alla disciplina ed ai valori che sa trasmettere
e, a volte, anche di un pizzico di pazzia. Forse è proprio per questo che sto scrivendo
queste righe …
L’Associazione Takemusu Aiki Giorgio Oscari è il contesto in cui mi sono trovato a
praticare l’Aikido ed è in questo contesto, fatto da persone come tante, che ho
incontrato persone con un radicato senso del rispetto per gli altri, di disciplina, di
impegno e di onestà intellettuale. Qualità che queste persone applicano nei
momenti di pratica insieme e che riescono a declinare nella loro vita di tutti i giorni.
Tali qualità vengono allenate in una pratica gioiosa seppur nel continuo fronteggiare
quotidiano delle complessità della vita e del lavoro.
Il gruppo di praticanti della Atago a Roma deve confrontarsi con un atavico
problema di spazi dove poter praticare con regolarità. La logica delle palestre è
(com’è ovvio che sia ) legata ai profitti prodotti dai singoli corsi e i profitti
aumentano quando gli spazi sono occupati da tante persone e quando c’è un
continuo ricambio di frequentatori. La pratica del Takemusu Aiki con le sue tecniche
con le armi tradizionali tende a utilizzare gli spazi minore efficienza (meno persone
a parità di spazio rispetto a quanto non facciano i corsi di fitness) quindi trovare una
palestra che accetti la presenza di un corso di arti marziali può rappresentare una
complessità che può essere superata con l’incontro tra mentalità aperte (gestoreinsegnante)
che siano orientate al benessere dei frequentatori della palestra.
Un altro aspetto è di tipo culturale. Nella pratica dell’Aikido i praticanti devono
lavorare molto ed a lungo prima di vedere risultati tecnicamente soddisfacenti. Si
procede per “cumulo di esperienza” e non per intensità immediata della stessa. In
una società che pretende tutto e subito, una disciplina che propone un metodo in
controtendenza non fa proseliti. Ed ecco che “la lotta si fa più dura” e non ci si deve
scoraggiare. Chi lavora nel suo tempo libero per dare diffusione a questa pratica
coltiva le virtù degli antichi Samurai affrontando i sacrifici che richiede lo spirito del
“servire”, anche se questo significa aprire un corso in zone molto distanti dalla
propria , in orari frequentemente difficili da conciliare con l attività lavorativa e
familiare…
Il tempo che viviamo, poi, è globalizzato e multimediale, permettendo in tal modo di
arrivare a molte più persone nel giro di poco tempo. Se ne può parlare molto …
perfino scriverne con passione… ma alla fine è sul tatami che si incontra ogni sera
la pratica e le sue sfide (che tu sia kohai, allievo inesperto, sempai, allievo esperto, o
sensei, maestro).
Appicarsi con energia e sudare per migliorare le proprie tecniche, i propri colpi del
ken (spada) oppure quelli del jo (bastone) non è la sola via di una pratica dell’Aikido
fatta di passione. Trasferire la propria la esperienza agli altri, instillare il seme della
curiosità e della voglia di pratica, supportare nel percorso e motivare nel
superamento delle difficoltà diventano le modalità con cui trasformare la passione
in una tecnica inarrestabile.
La condivisione della pratica sui tatami e l’alimentazione della passione per la
pratica sono il responso, l’unico che può dare la soddisfazione e la gioia di
partecipare al miglioramento reciproco, alla crescita congiunta.
Alla fine quindi l’Aikido è proprio una questione di cuore. Anche in un senso poetico
del termine.
Certamente è una pratica che richiede impegno e sudore, che porta gioia e che può
portare dolore ma che, come una pianta che cresce lentamente ogni giorno, con le
giuste cure ed attenzioni darà frutti in abbondanza. E non per niente Osensei
Ueshiba, fondatore dell’Aikido, nell’ultima parte finale della sua vita fu un dedito
agricoltore…
Massimo Ruggeri

 

Mostra Fotografica “Momenti di Armonia”

Postato il Aggiornato il

 

CLICCA QUI X VISITARE DOJO AIKIDO PARMA

Il nostro carissimo fotografo amatoriale/professionale Andrea Gaiti, espone le sue tante meravigliose foto….

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“con raccolta di contributi in favore dell’Associazione Onlus “Kids Kicking Cancer“

“ Momenti di armonia … “

esposizione di immagini fotografiche colte da

Andrea Gaiti

durante lo svolgimento delle attività di praticanti di Aikido a Parma ed in Italia nel contesto della Associazione Takemusu Aiki Giorgio Oscari (ATAGO)

La Mostra è aperta al pubblico in orario 10,30 – 13,00 / 15,30 – 19,30 a partire da Sabato 10 Giugno 2017

( solo mattina dalle 10,30 alle 13,00) e fino a Domenica 25 Giugno 2017

In occasione del Seminario Nazionale di Aikido della ATAGO
che viene tenuto a Collecchio nel fine settimana del 10 e 11 Giugno 2017 il Maestro Giorgio Oscari terrà una conferenza inaugurale
nella giornata di Domenica 11 Giugno 2017 a partire dalle ore 16,00

L’esposizione sarà ospitata insieme alla mostra pittorica della “Studio d’arte Stefano Magnani”

Informazioni logistiche…

I locali si trovano a Parma in Strada XXII Luglio n° 39, nei pressi del centro città.

Per il posteggio dell’auto si consiglia di far riferimento al Parcheggio Goito, sito in via Goito n° 1.

Per un facile raggiungimento a piedi dei locali della mostra, si consiglia di percorrere lo Stradone Martiri della Libertà (in direzione Stadio, lasciandosi dunque il fiume alle spalle) e poi svoltare a sinistra in via XXII Luglio, oppure seguire il percorso più interno indicato in blu sulla mappa.

VI ASPETTIAMO !!!

Formia 2017 – Incontro AIKIDO & SCUOLA

Postato il Aggiornato il

L’aikido ATAGO incontra il liceo scientifico Louis Pasteur Roma.

64 ragazzi di 17 anni scoprono i rudimenti dell’ Aikido incontrando i nostri insegnanti.

Riscaldamento generale, dimostrazioni di armi all’aria aperta e qualche tecnica corpo a corpo da “provare” per conoscere l’Aikido.