Mese: aprile 2020

L’arte di combattere le avversità

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L’isolamento per l’emergenza Coronavirus ed il praticante di Aikido

Stiamo vivendo giorni di una realtà fuori dall’usuale, lontani dalle nostre abitudini, separati da un mondo di relazioni  da cui traiamo conforto, diletto e forza interiore.

Per i praticanti di Aikido è anche un momento di allontanamento dal loro dojo e di interruzione dalla costante applicazione nella disciplina.

Ho recuperato  alcuni stralci di letture che voglio condividere. Sono spunti di riflessione che spero alleggeriscano il malessere generato da questa fase di distacco.

La prima storia è per avvicinarci allo spirito delle storie zen. E’ uno stimolo ad accogliere spunti esterni senza pregiudizi. Accettare proprie riflessioni con spirito libero ed un occhio alla propria disciplina.

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(storia nr. 1 del libro “101 Storie Zen”, pubblicato da Adelphi nella serie Piccola Biblioteca).

  1. Una tazza di tè

Nan-in, un maestro giapponese dell’era Meiji (1868-1912), ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen.

Nan-in servì il tè. Colmò la tazza del suo ospite, poi continuò a versare.

Il professore guardò traboccare il tè, poi non riuscì più a contenersi: “E’ ricolma. Non ce n’entra più!”.

“Come in questa tazza” disse Nan-in “tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Como posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?”.

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La situazione attuale è nuova per tutti noi. Un reale pericolo nascosto, tante percezioni diffuse di  paura. Eppure in noi ci sono più energie di quanto sospettiamo, se solo non lasciassimo che la nostra mente sia condizionata dalle situazioni intorno a noi!

Un richiamo a focalizzare in modo oggettivo  quanto viviamo, senza assorbire le notizie spaventevoli che ci assalgono, è suggerito dalle seguenti storie

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(la storia nr. 18 del libro “101 Storie Zen”, pubblicato da Adelphi nella serie Piccola Biblioteca)

  1. Una parabola

In un sutra (termine con cui nel buddismo si indicano racconti sul Budda trasmessi oralmente – NdS), Budda raccontò una parabola: un uomo che camminava per un campo si imbatté in una tigre. Si mise a correre, tallonato dalla tigre. Giunto a un precipizio, si afferrò alla radice di una vite selvatica e si lasciò penzolare oltre l’orlo. La tigre lo fiutava dall’alto. Tremando l’uomo guardò giù, dove, in fondo all’abbisso, un’altra tigre lo aspettava per divorarlo. Soltanto la vite lo reggeva. Due topi, uno bianco ed uno nero, cominciarono a rosicchiare pian piano la vite. L’uomo scorse accanto a sé una bellissima fragola. Afferrandosi alla vite con una mano sola, con l’altra spiccò la fragola. Com’era dolce!

(la storia a fumetti a pag 34 del libro “Dice lo Zen”, pubblicato da Feltrinelli nella serie Universale Economica Feltrinelli)

            Cogliere il momento

Sakyamuni chiese ai discepoli: “quanto è lunga la vita di una persona?”

“Settant’anni” disse uno dei discepoli. “Sbagliato” fu la risposta.

“Sessanta” disse un altro dei discepoli. “No”.

“Cinquanta”. “Sbagliato” fu ancora la risposta.

Allora un altro discepolo chiese:”quanto è lunga la vita di una persona?”

“La vita non  è che un respiro” fu la risposta, infine.

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Il modo in cui ognuno di noi reagisce alle situazioni può contribuire a dar supporto o a spingere verso un maggiore senso di difficoltà. Esserne consapevoli è già un momento significativo. Un suggerimento a riguardo lo si può trovare nel seguente brano

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( storia nr. 57 del libro “101 Storie Zen”, pubblicato da Adelphi nella serie Piccola Biblioteca)

  1. Le porte del paradiso

Un soldato che si chiamava Nobushige andò da Hakuin e gli domandò:”c’è davvero un paradiso ed un inferno?”.

“Chi sei?” volle sapere Hakuin.

“Sono un samurai” risposte il guerriero.

“Tu un soldato!” Risposte Hakuin. “Quale governante ti vorrebbe come sua guardia? Hai una faccia da accattone!”.

Nobushige montò così in collera che fece per snudare la spada, ma Hakuin continuò:”Sicché hai una spada! Come niente la tua arma è troppo smussata per tagliarmi la testa…”.

Mentre Nobushige snudava la spada, Hakuin osservò:”Qui si aprono le porte dell’inferno!”.

A queste parole il samurai, comprendendo l’insegnamento del maestro, rimise la spada nel fodero e fece un inchino.

“Ora si aprono le porte del paradiso” disse Hakuin.

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Dobbiamo avere fiducia nella possibilità di riprendere la nostra vita lasciandoci alle spalle questo momento, prima o poi. Anche dopo molte difficoltà ed un lungo tempo in una condizione per noi non naturale. Lasciamo gli aspetti negativi alle specifiche circostanze  che li generano, vivendo con mente libera e senza condizionamenti ogni nuovo presente che ci si porrà davanti.

Due metafore sono suggerite dai seguenti racconti:

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(li racconto nr. VIII  del libro “Lo Zen e l’arte della spada”, pubblicato da  Mondadori nella serie Oscar Mondadori)

 

VIII – Metti una zucca nell’acqua, affondala e vedrai che ruotando tornerà a galla

La zucca va spinta sott’acqua con la mano. Quando una zucca viene messa in acqua e affondata con una mano, improvvisamente salterà fuori da un lato. Non importa che sia una zucca, è un oggetto che non si fermerà in un posto.

La mente di un individuo, che è edotto circa le innumerevoli Vie, non si ferma nemmeno per un istante; è simile alla zucca spinta nell’acqua.

 

( storia nr. 14 del libro “101 Storie Zen”, pubblicato da Adelphi nella serie Piccola Biblioteca)

 

  1. Le strada fangosa

Una volta Tanzan ed Ekido camminavano insieme per una strada fangosa. Pioveva ancora a dirotto.

Dopo una curva, incontrarono una bella ragazza in kimono e sciarpa di seta, che non poteva attraversare la strada.

“Vieni ragazza” disse subito Tanzan. Poi la prese in braccio e la portò oltre le pozzanghere.

Ekido non disse nulla finché sulla sera non ebbero raggiunto un tempio dove passare la notte.

Allora non potè più trattenersi. “Noi monaci non avviciniamo le donne” disse a Tanzan “e men che meno quelle giovani e carine. E’ pericoloso. Perché l’hai fatto?”.

“Io quella ragazza  l’ho lasciata laggiù” disse Tanzan. “Tu la stai ancora portando con te?”.

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M° Antonio Rocchi